La bellezza salvifica (o il talento della felicità)

30 September 2010

Io sono una ragazza fortunata. Fortunata, come tutti che leggete, ad essere nata nella parte giusta del mondo. Più fortunata di alcuni di voi essendo nata in una terra un po’ più giusta di quelle che la circondano. Una terra benedetta dal sole, dal mare, dalla bellezza e dalla pace. E da un benessere diffuso che anche solo di riflesso rende la vita un po’ più morbida a tutti quelli che ci abitano. Nella vita, fino a mò, corna facendo, non mi sono mai successe cose davvero brutte e le persone che ho incontrato e a cui ho deciso di volere bene me ne hanno sempre voluto. E gli abbracci non mi sono mai mancati. Eppure sul pontile di questo aliscafo penso che ho davvero una fortuna straordinaria, fuori dalla norma. Non di quelle che ti fanno vincere il superenalotto, ma qualcosa di più sottile, che rende i giorni luminosi e le notti soffici. Ogni giorno, io spengo il computer e salgo su una barca. Mi siedo fuori e guardo il sole che tramonta mentre il profilo di Capri si fa sempre più lontano e azzurro e si cominciano a vedere le torri saracene di Punta Campanella. E ogni sera penso che fin quando mi siederò fuori al vento, fin quando onorerò il tramonto, allora l’innocenza non sarà perduta. Fin quando l’abitudine non vincerà sull’incanto allora la bellezza sarà salvifica e ad ogni tramonto io sarò un pochino migliore. Penso che ci voglia talento per la felicità. E io penso di averlo.

Tre mesi dopo mi dico che nulla poteva andare meglio.

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