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Cronache di un 4 di luglio

5 July 2013

Il giorno del mio compleanno pioveva. Non mi ricordo mai un compleanno piovoso.  Nonostante ciò ho indossato un abitino rosa a a forma di bomboniera, scarpette belline e sono uscita senza ombrello camminando a testa alta sotto la pioggia calda e leggera. Al porto ho annunciato sorridente a marinai e mozzi che era il mio compleanno e mi sono presa baci, sorrisi e auguri gridati dal ponte delle navi da crociera. Un signore anziano che sistemava le reti da pesca mi ha detto: “divertiti, la vita è nu morso”. Un altro che allineava le sedie a sdraio ha risposto di rimando: “la vita è bella!”.  Sull’aliscafo anziane signore britanniche con lo smalto pesca su dita cariche di anelli mi hanno fatto i complimenti per il mio nice dress. Io ho risposto che era il mio Birthday Dress. Ci siamo sorrise e poi lo schermo del cellulare si è illuminato di un +46.

Abbiamo parlato di posti lontani, sensazioni vicine, viaggi che verranno. “Dove sei?”  – “Sono quasi arrivata, ecco Villa San Michele inquadrata dal finestrino” – “Allora ciao” –  “Ciao, take care”.

La sera del mio compleanno siamo andati a cena sotto i limoni di Paolino.

“Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? Laggiù, laggiù vorrei andare con te amor mio! Sotto un cielo di limoni amor, amor, io ti vorrei…” – scriveva Goethe nel suo Viaggio in Italia.

Sotto il cielo di limoni siede una tavolata di 30-40 persone, saranno una famiglia reale di un qualche stato africano. Le donne hanno dei turbanti alti e sgargianti, gli uomini giacche bianche luminose. Un bambino che sembra il piccolo Arnold mette il dito nell’acquario delle aragoste. E poi tavoli chiassosi di americani. Ragazze stanno in bilico su polpacci troppo magri davanti alla soglia della stanza dei dolci: “Entro o non entro?”.  Mi guardo intorno, sicuro ci deve essere qualche “vip” ma  io non lo riconosco. Il fotografo gira tra i tavoli, ma davanti al nostro saluta e non si ferma.  A un tavolo lontano arriva una torta con le candeline . “Happy Birthaday” cantano. Il Fiano di Avellino scende leggero e non fa neanche tanto freddo.  “Reginella, ‘o vuo’ bene a ‘sto re?” – al tavolo accanto arriva un mandolino per una serenata. Le porzioni sono così abbondati che io non riesco neanche a finire il primo, la cucina è tradizionale, niente di creativo, i piatti sono fondi e colorati.

Potremmo essere nel 1963, 73, 83, 93. Non ci sarebbe nessuna differenza. Che importa? Che vuoi che importi? Tanto qui è sempre tutto uguale. Il mondo va e viene, le dinastie africane sorgono e ricrollano, i pianeti seguono le loro imperscrutabili orbite, gli aerei atterrano e decollano. Ma qui in mezzo al Mediterraneo tutto rimane uguale.

E che vuoi che sia un compleanno in più, uno in meno. È solo un altro pezzetto in più di vita che se ne va, mentre me ne sto seduta sempre sotto un cielo di limoni.

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