La dispersione degli oggetti

11 September 2013

[Mentre ogni sera che torni è sempre un po’ più buio] Ecco che compare un’altra casa dove tornare. Che non è la mia, non è neanche la tua e che ha già una data di scadenza. I vestiti come sempre sparsi per gli armadi, un po’ di qua, un po’ di là, un po’ ancora più in là. (Ma tanto da nessuna parte c’è un armadio abbastanza grande per tutti).  Uno spazzolino da denti di qua, uno di là, uno po’ oltre, un altro ancora là. (Chissà qual è il limite di tempo per buttar via uno spazzolino che non è il tuo e non sarà più il suo).

E questo faccio, infilo robe e sogni in bagagli a mano, spargo oggetti per case e stanze d’albergo e poi resto davanti a un armadio a chiedermi chissà dove sarà rimasta quella maglietta. Pianto semi che non avrò tempo di veder crescere, compro tavolini e cuscini tutti uguali nelle Ikea del mondo e uso troppo in fretta l’aggettivo “nostro”. Poi un giorno qualcuno troverà un calzino tra i cuscini del divano e chissà se sorriderà o piangerà.

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