E tu quando lo fai un bimbo?

21 January 2015

Lo sappiamo tutte come succede. Questo fatto di arrivare con l’utero integro ai 30-35 anni, intendo.  Tutti intorno a te cominciano a chiederti: “E tu non ci pensi?” “I figli si fanno giovani” “Non è il caso di muoversi?” “Poi dopo non avrai più le energie/gli ovuli giovani/la pazienza”. D’altra parte hai 32/33/34/35 anni e fatto tutto quello che andava fatto.

Ti sei laureata. Più o meno in tempo e con la lode o senza. Hai fatto l’Erasmus e vomitato nei bagni di mezza Europa dopo esserti ubriacata con gente di mezzo mondo. Hai fatto uno stage non pagato, uno stage con rimborso spese, un cocopro, un part-time, una, due, tre collaborazioni a distanza. Hai firmato un contratto a tempo indeterminato e poi un contratto d’affitto e poi un mutuo. Hai condiviso stanze di studentessa con letti gemelli, stanze singole col bagno in comune e la carta igienica divisa, hai preso in affitto monolocali umidi, ti sei trasferita in un’altra nazione, hai dimenticato calzini e magliette in giro per non so quanti alberghi, ti sei abituata ad almeno 8 materassi e infine sei arrivata a 60 metri quadri che forse con un po’ di lavori ci esce pure una seconda stanza da letto.  Ancora non ti sembra vero questo fatto fantastico di avere tutti i vestiti nello stesso armadio. E di dormire tutte le sere o quasi nello stesso letto. Con la stessa persona, per di più. Cose di pazzi. Paghi la bolletta della luce ogni due mesi e ora hai anche imparato a memoria il calendario della raccolta differenziata. Oggi è martedì e si butta la plastica. Ve lo posso dire a memoria senza andare a guardare sul sito del comune.

E mo’ che si fa? E mo’ devi fare un figlio. Per forza. Lo fanno tutte le tue amiche. Lo fanno tutte le tue cugine. Non hai scuse. Hai pure l’Inali che ti copre i 5 mesi di maternità e 6 mesi di allattamento. Che vuoi di più? Guarda che a 34 anni l’amniocentesi è già obbligatoria. Poi sai che bello? Li facciamo crescere tutti insieme! Il venerdì sera invece di andarci a scassare al Filou col vodka redbull e Maracaibo Mare Forza Nove guarderemo i film di Walt Disney sul divano.

Ansia.

E poi sta storia dei social network. Prima i figli si facevano uguale ma mica c’era tutta questa comunicazione e condivisione sull’essere mamma. E invece ogni mattina apro FB e c’è sempre qualche mamma che si lamenta di quanto è stanca. E giù di racconti di notti insonni e cacche e pannolini e rigurgiti da latte in grado di fermare qualsiasi orologio biologico. E tu che non puoi lamentarti in pace della tua mancanza di tempo per farti le unghie a pois  in tre toni di rosa che che subito arriva qualche mamma pronta a dirti “e ancora non hai i figli”. La lobby delle mamme è potentissima. E’ ovunque. Hanno tutte un blog che si chiama “Mamma Qualcosa”. Il remarketing su Facebook poi è ancora più potente. Non riesco a liberarmi dalle pubblicità del kit di svezzamento Mellin. Secondo la dura legge del retargeting una donna di 34 anni in una relazione stabile che è capitata sul Forum Gravidanza di Al Femminile  sarà interessata al kit di svezzamento.  Per foza.

E non c’entra niente che io mi reputi una persona indegna in grado di accudire alcun che. Che non provo alcun senso di colpa a farmi trovare a casa buttata sul divano a guardare la quarta puntata di seguito di Breaking Bad anziché in cucina a preparare la cena come si converrebbe a una compagna come si deve. Non c’entra niente che quando ero piccola non capivo come le mie coetanee potessero essere tanto masochiste da farsi regalare una bambola come Bebi Mia che piangeva se non la davi a mangiare. Ma siete sceme? Io volevo solo giocare con Barbie Luce di Stelle, mica con quelle bambole sbrodoline e frignonse. E se non mi ricordo mai di innaffiare le piante, sarò in grado di ricordarmi di allattare un bambino ogni 3 ore? O l’istinto materno è una cosa naturale tipo ricordarsi di fare pipì?

Ma tanto già lo so. Andrà a finire che probabilmente forse prima o poi, un giorno o l’altro, un figlio lo farò anche io. Perché così vuole la legge del proseguimento della specie. Perché poi ho paura che dopo mi mancherà. Perché lo voglio. Perché tanto l’app “Calcola i tuoi giorni fertili” me la sono scaricata pure io. E già lo so che poi sarà la prima a farsi i selfie di profilo di fronte allo specchio. E magari diventerò un’attivista dell’allattamento al seno e posterò le ricette di come riciclare gli avanzi del pandoro su un blog intitolato “Una mamma ai fornelli” Ma mi piacerebbe tanto che non fosse per questa sorta di obbligo sociale che ci sentiamo strisciare intorno e dentro tutte noi intorno ai 35. Lo farò, prima o poi. Se il Dio degli Spermini e degli Ovuli vuole. Ma intanto, per piacere, lasciatemi godere le domeniche pomeriggio senza fare niente. Non c’è bisogno di avvertirmi che non torneranno MAI PIU’.

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