Appunti Americani – Il mare della California

12 April 2012

Non è mica una cosa facile andar via da Los Angeles. Le autostrade di Los Angeles hanno tipo 5mila corsie e la nostra esperienza di guida è limitata alla due/una corsia chiusa per lavori dell’A3 Napoli-Salerno

Ma noi abbiamo l’Amico Navigatore Satellitare che ci guida, quindi dopo solo 2-3 “Ricalcolo” ingarriamo la strada giusta. Andando via da Los Angeles  giro la testa a destra e vedo il cartello che indica la freeway per San Diego. C’è qualcuno a San Diego e io per un attimo penso che mi piacerebbe andare a San Diego. Un attimo che vola via veloce come i camion sull’altra corsia.  Ma la nostra strada punta verso Nord, San Diego resta al Sud e saranno altri post ancora da vivere e scrivere e altri posti verso i quali puntare il navigatore.
(il navigatore del cuore, direi se fossi in una canzone di Gigi D’Alessio, ma per fortuna non siamo in una canzone di Gigi D’Alessio)
( per vostra cultura personale vorrei cogliere l’occasione di citarvi questo immortale verso del nostro cantautore di riferimento che dice:” Nel sito dell’amore collegato col tuoi cuore ho scritto il nome tuo”)
La nostra strada scorre verso nord e ad un certo punto le corsie si riducono a due tranquille corsie circondate da ulivi. La destinazione è Morro Bay, un tranquillo paese sul mare a metà strada tra Los Angeles e San Francisco.

Ci arriviamo che il sole sta per tramontare dietro una specie di Faraglione a forma di panettone mentre i gabbiani tagliano l’aria. Accanto al Faraglione a forma di panettone 3 ciminiere a forma di sigaretta che nella luce incerta del tramonto sembrano 3 sigarette appena accese. Secondo la Lonely Planet si tratta “di un mostro ecologico che rompe la poesia di questo tranquillo paesino”. Io invece le trovo di un notevole fascino post-industriale. Io e la guida Lonely Planet siamo sempre d’accordo su questi fatti.

Dopo Los Angeles Morro Bay ti dà quella bella sensazione di calma e domenicalità. Ci sono due stradine, il lungomare, il ristorantino lungo il lungomare. Per capirci, sembra Capeside. Mentre i fotografi fotografano il tramonto noi che siamo femmine e quindi siamo organizzative, cerchiamo il Motel. Questi sembrano tutti un po’ meno inquietanti. Sarà il mare. Sicuro è il mare. Ne scegliamo uno bellino vista mare e il proprietario ci avverte che se dobbiamo mangiare ci dobbiamo muovere, perché qua, come in tutta la provincia americana, alle 9 inserra tutto. L’ideale per chi come noi alle 9 di sera ha appena finito di farsi la doccia e comincia a pensare a dove si potrebbe andare a cena.

Ci laviamo le mani e via. Il ristorante del paese è proprio di fronte al Motel del paese, tavolo vista mare e, presto, 4 Martini Un bel Martini che ha subito il potere di spostare la manovella da On a Off. Sono tipo le 8 e mezza e gli altri sono tutti già al dolce. Siamo i più giovani del locale. E il più giovane di noi sono io che tengo 32 anni. Il che abbassa l’età media del locale a 83 anni.

Io comunque ho deciso che da pensionata voglio fare la pensionata a Morro Bay e bere Martini prima di cena anche il lunedì sera.

La cosa fantastica del ristorante a Morro Bay è che ti servono pesce fresco senza condirlo con strani intingoli e, soprattutto senza accompagnarlo con le patatine fritte. E senza ketchup a tavolo. Forse è il primo tavolo americano senza ketchup a tavola al quale mi siedo. Finita la cena con la classica fetta di torta a 8 strati non è che ci sia molto da fare a Morro Bay se non mettersi a scemiare sulle panchine lungo il molo. Attività nella quale, a dire il vero, eccelliamo.

Quando è finito l’elenco dei pazzi di Capri ed Anacapri di cui fare l’imitazione è finito, attraversiamo la strada e ce ne andiamo a dormire.

Il mattino dopo decido che questo lungomare si merita troppo una corsa. Scarpette, cuffiette e via, insieme a signore che portano il labrador a passeggio e vecchietti cinesi impegnati in complicate figure di tai-chi davanti al mare. Dagli scogli i leoni marini mi fanno ciao e la lontra corre a nascondersi.

Tra pensionati e operai incontro il Capo, sceso all’alba per fare le foto all’alba. Il Capo aveva stilato un programma di viaggio tutto basato su punti panoramici in cui vedere le Albe e i Tramonti. Infatti, il titolo di questo viaggio, prima di essere. “Metti in moto e fermati quando esce il sole” era “Albe e Tramonti in California”.  E queste è la prima sequenza tramonto+alba degni di foto che acchiappiamo.

Meno male, almeno abbiamo un alba e un tramonto da inserire nel photoalbum.

In realtà, ci sarebbe anche un altro titolo per questo viaggio, che è quello che ha messo un altro collega rimasto a casa, ovvero “Come riempire le pause tra un pasto e l’altro”. In effetti dopo colazione la nostra prima preoccupazione è andare a procurarci il pranzo.

Infatti la nostra scelta di Morro Bay non è basata sul suo essere “un tranquillo e pittoresco paesino sul mare in cui è piacevole passare la notte durante il viaggio tra Losa Angeles e San Francisco” bensì sul fatto che “a Morro Bay vale la pena fermarsi da Giovanni’s, una delle pescherie più famose d’America, specializzata nella preparazione di fantastici cesti per picnic a base di pesce”.

Alle 10 di mattina entriamo da Giovanni’s. Alle 10.45 ne usciamo con: 2 granchi, 1 coppettiello di gamberi, 1 coppettiello di cozze, 2 tranci di salmone affummicato, 1 bottiglia di vino bianco della California, salsine varie, varie buste di ghiacchio per tenere tutto al fresco. La cosa bella di Giovanni’s è che il granchio te lo peschi tu dalla vasca dei granchi e poi lui te lo butta direttamente nel coso che te lo cuoce a vapore. Un leggerissimo moto di pietà per il granchio che ho pescato ed esibito trionfalmente davanti all’obiettivo l’ho avuto. Ma è durato il lasso di tempo in cui sono capace di scendermi un’impepata di cozze.

Carichiamo tutto in macchina e cominciamo la risalita verso nord per una strada che assomiglia un poco alla Costiera Amalfitana. Strada sulla quale in effetti ci sentiamo molto a nostro agio. Ci fermiamo su una spiaggia di sassi, scogli, surfisti e un cercatore d’oro. Un vero cercatore d’oro, signori. Imbandiamo il fish picnic e comincia la guerra alla mano più lesta a pigliarsi la meglio chela di granchio.

I nostri pranzi “palla al centro” non hanno mai niente di rilassante. La concorrenza è spietata e davanti all’ultima cozza l’unica legge che vige è quella della pistola più veloce del West. E la memoria non è breve. Il Capo mi rinfaccia ancora, dopo un anno, l’ultimo pezzo di sushi che mi rubai dal suo piatto una volta che osò girarsi a vedere un gol della Juve. Colpa sua. Se sei un vero professionista e conosci il tuo nemico non puoi farti distrarre manco da un gol della tua squadra del cuore.

[La strategia migliore è quella di valutare attentamente vicino a chi ti siedi a tavola. I posti più ambiti sono quelli vicino ad Alessandro  l‘Inappetente ed Enzuccino il Vegetariano , un morso dal piatto loro ci esce sempre e non rischi invasioni di campo]

Dopo il rituale set fotografico sulla spiaggia con il “pescatore d’oro alle tue spalle” riprendiamo la risalita, fermandoci al negozio di una comunità hippy a Big Sur dove vendono tappetti fatti a mano con fili tessuti dalle donna kazake a 3mila euro.  Dentro ci sono le hippy con capelli che profumano di shampoo costoso e gonne di Agata Ruiz de La Prada. “A questo punto voglio fare pure io l’hippy a Big Sur“, penso.
Proseguiamo fino ad arrivare alla Seventy Miles che è un altro fatto strano. Praticamente è una specie di parco in riva al mare, con questa strada di diciasette miglia che corre tutto intorno. Per entrarci paghi una cosa tipo 10 dollari. Dentro ci sono delle villone esagerate.

C’è pure una spiaggia lunga lunga di sabbia che è proprio tale e quale alla spiaggia di Dawson’s Creek. Una spiaggia di quelle dove non puoi fare a meno di levarti scarpe e calzini e correre in riva al mare. In un attimo è subito so open up your morning light and say a little prayer for I you know that if we are to stay alive  and see the peace in every eye

(Do do do do do do do .. do do do do do do do)


Duemila foto di ragazzi felici che corrono sulla spiaggia presto rintracciabili su I-Stock alla key “Happy Guys”.

Duemila foto al tramonto.

Forse è venuto il momento di cercarci un Motel. Cerchiamoci un Motel, giri al buio per cercare la via dei Motel, ecco la via dei Motel, oh, ma questi Motel di questo posto sono tutti costosissimi! 75 euro a notte, e va beh, che amma fa, non è che possiamo dormire in macchina, o anche sì, ci staremmo comodi.  Questa macchina è più grande del mio monolocale. Ma poi io non ce la faccio ad andare a fare pipì sulla spiaggia. Ehi, ma questo è davvero un Motel di Grand Lusso. Non ci sono manco i copriletti a fiori polverosi. Piumini bianchi e quei cuscini lunghi e tondi che fanno subito charme. Letto alto un metro che quando scendi devi mettere lo scaletto.

La serata finisce che ci ritroviamo dopo cena noi 3 in questo cortile di questo motel americano davanti a questo che sembrano essere ceppi di un falò spento. Mentre stiamo seduti là sotto Giove e Venere che come al solito continuano a brillare troppo luminosi, arriva un tipo che chiede se vogliamo che ci accenda il fuoco. “Ok, thank’s”. Questo va vicino al muro, ammacca un interruttore ed esce il fuoco. “Ooohhh” facciamo in coro. Praticamente questo falò era un megaccendino gigante, che fai click e quello si accende.

C’è il fuoco, ci sono le stelle, ci sono i pianeti. Siamo in un altro continente. Si può dire quello che si era solo evocato in isole di distanza in inverni troppo lunghi e dal mare troppo agitato. Le parole messe così una in fila all’altra son molto più piccole di quello che erano nella mente. Hanno spazio intorno, non rimbalzano tra le pareti della mente, si disperdono nell’aria fresca di una notte di primavera in California per poi bruciarsi in questo fuoco che si accende con un click.

Non guardiamo più il calendario da molti giorni, forse siamo all’equinozio di primavera, forse è già primavera forse siamo all’inizio di un nuovo giro. Forse. Per ora buonanotte. Giove e Venere sembrano risplendere di una luce più benigna.

Continua…

Nelle puntate precedenti:

Cap 1: San Francisco
Cap 2: Le Sequoie Giganti
Cap 3: La Death Valley
Cap 4: Las Vegas
Cap 5: La Route 66
Cap 6: Hollywood

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